Relazione presentata all'INCONTRO MEDICI PAZIENTI
GENOVA 7 Giugno 2003

Pubblicato su ICARO n. 40
Novembre 2003

DIETA E STRESS OSSIDATIVO NELLA PATOLOGIA DEL LES

Dr. S.G.SUKKAR- G. RAGNI
U.O. Dietetica e Nutrizione Clinica - Dipartimento di Medicina Interna - Azienda Ospedaliera San Martino di Genova e Cliniche Universitarie Convenzionate

Quali potenziali effetti ha lo stress ossidativo sulla patologia del connettivo?

L’esaltata produzione di ROS (superossido, perossido di idrogeno, radicali ossidrilici, ossido nitrico) produce l’amplificazione dei processi infiammatori e del danno d’organo attraverso l’attivazione del NF-kB e dell’AP1 (fattori di trascrizione) che inducono la produzione di collagenasi, citochine proinfiammatorie (TNF, IL1, IL2 e IL6, IL8, IL9) la produzione di NO-i (forma inducibile dell’ossido nitrico), delle molecole di adesione VCAM-1, e-selectine e degli antigeni HLA di classe I e II e di alcune proteine della fase acuta.(Cervera et al 1993). Ciò provoca l’esaltazione di due gravi complicanze: aterosclerosi precoce e osteoporosi.

Come interviene lo stress ossidativo nell’arteriosclerosi e perché l’arteriosclerosi é esaltata nelle patologie del connettivo?

Arteriosclerosi: l’ipotesi autoimmune

Le Hot Shock Proteins (HSP) prodotte dalle cellule endoteliali nelle sedi di maggior stress reologico, richiamano in tali sedi linfociti T reattivi specifici che penetrano nellintima vasale e danno luogo ad una reazione a catena:

Si innescano quindi una serie di eventi proaterogenetici che portano alla formazione di lesioni aterogenetiche e conseguentemente all’insorgenza di malattie cardiovascolari. (tab.1)

Tabella 1: eventi proaterogenici in corso di LES e Stress ossidativo

Les

Stress ossidativo

infiammazione vascolare

Produzione di citochine proinfiammatorie

attivazione endoteliale e macrofagica

attivazione macrofagica

sintesi di ox-LDL

proliferazione di cellule della musc.mucosae

produzione di ab anti-ox-LDL

 

dislipidemia

 

ipertensione

 

iperattività linfocitaria

 

danno dorgano

 

Associazione tra arteriosclerosi e osteoporosi: ruolo dello SO

Lo stress ossidativi induce sia l’esaltazione dellattività degli osteoclasti e delle cellule vascolari calcificanti (CVC), sia un effetto inibente sulle cellule osteoblastiche. (Mody et al 2001).   Lo stress ossidativi quindi, da un lato esalta i processi aterogenici e dall’altro favorisce l’osteopenia attraverso l’aumentata distruzione e la ridotta neoformazione ossea.

Quali sono i provvedimenti atti a ridurre il danno da SO?

Occorre mantenere la malattia quiescente con corticosteroidi, immunodepressori, antimalarici, ecc. (prevenire i flares e/o spegnerli rapidamente), oculata scelta dei farmaci antireumatici prediligendo quelli che offrono protezione vascolare (antimalarici, micofenolato mofetile), adeguata terapia di supporto per la prevenzione dei processi aterogenetici (abitudini alimentari, supplementi dietetici, attività fisica) ed utilizzo dei difosfonati per il loro effetto anti-osteoporotico e anti-aterogenetico

La qualità del cibo ha un ruolo definito nella patologia

Che dire della quantità? (ovvero il ruolo della leptina)

Esistono una serie di alterazioni metaboliche legate alla distribuzione viscerale del tessuto adiposo:

La perdita di peso con conseguente miglioramento delle funzioni cardiovascolari e del profilo metabolico porta alla riduzione dell’insulino–resistenza, al miglioramento del quadro lipidico, alla riduzione della concetrazione plasmatici dell’acido urico quindi, al miglioramento della qualita’ di vita.

Tabella 2: perdita di peso e quadro lipidico

La perdita di peso di circa 1 Kg si associa:

La perdita di peso di circa 4,5 Kg si associa a :

diminuzione del colesterolo totale (-1,93 mg/dl)

diminuzione del colesterolo totale (-16%)

diminuzione del colesterolo LDL (-0,77 mg/dl)

diminuzione del colesterolo LDL (-12%)

diminuzione dei trigliceridi (-1,33 mg/dl)

aumento del colesterolo HDL (+18%)

In definitiva la perdita di peso di 10 Kg recupera del 35% la riduzione della spettanza di vita dovuta al soprappeso mentre, la perdita di peso superiore ai 6,9 Kg o maggiore del 5% del peso migliora la glicemia e i livelli di emoglobina glicosilata.

Dopo oltre 100 anni, quale ruolo ha oggi il supporto dietetico nella patologia del connettivo?

ACIDI GRASSI omega-3 e LES

Gli omega-3 nei modelli animali inducono inibizione della glomerulonefrite, decremento della proteinuria ed aumento sopravvivenza (Reifen et al 1998), ridotta mortalità intrauterina in topi con Sindrome anti fosfolipidi (APLS).(Reifen et al 2001)

Nell’uomo si osserva il decremento della produzione delle citochine proinfiammatorie TNF, IL1, IL2 e IL6 (Endres et al 1989), il miglioramento clinico e sierologico (Robinson et al 1993) e la riduzione dell’incidenza dell’abortività in donne con APLS (Rossi e Costa, 1993)

Vitamine ad attività antiossidante e LES

Nei pazienti affetti da patologie del connettivo si è osservato un ridotto stato antiossidante (riduzione delle concentrazioni di Vit A. C, E) che pur non essendo la causa della malattia può rappresentare un mezzo per la sua espressione (Comstock et al 1997; Araujo et al 1998) inoltre le concentrazioni plasmatiche di alfa-tocoferolo, beta carotene e retinolo sono risultate ridotte nei pazienti prima della diagnosi di AR e LES (Comstock et al 1997).

Dieta vegetariana e LES

La dieta vegetariana ha dimostrato effetti positivi sulla sintomatologia in alcuni pazienti affetti da AR ma risultati discordanti nel LES (Handerson et al 1999).

Supplementi di antiossidanti e LES

Avemar e LES

Ottenuto dalla fermentazione saccaromicea del germe di grano, contiene elevati quantitativi di chinolonici e flavonoidi , con intensa attività antiossidante. In studi effettuati su modelli animali si è dimostrato un miglioramento dei parametri clinici e laboratoristici ed un riequilibrio delle sottoclassi linfocitarie Th1/Th2 (inibizione della produzione di IL4 e IL10) (Ehrenfeld M et al.. Lupus 2001; 10: 622-627).

Protocollo AVEMAR in pz. affetti da LES
Proponenti:
U.O. Dietetica e Nutrizione Clinica: S.G. Sukkar; U.O. Ematologia I: E. Rossi

Obiettivi dello studio

Obiettivo primario:

Verificare l’efficacia dell’associazione di Avemar®/ terapia convenzionale (corticosteroidi, antimalarici, immunosoppressori) rispetto alla somministrazione di sola terapia convenzionale, nel miglioramento dei parametri clinici e laboratoristici dei pazienti affetti da LES.

Obiettivi secondari:

Clinici: a) Verificare l’efficacia dell’Avemar® nella prevenzione e/o trattamento del danno aterosclerotico; b) Verificare l’efficacia dell’Avemar® nella prevenzione dell’osteoporosi

Biologici: a) Verificare l’efficacia di Avemar® nel riequilibrio delle sottoclassi linfocitarie Th1/Th2 ( inibizione della produzione IL-4 e IL-10); b) Studiare la modulazione dell’espressione delle molecole HLA di classe I dei linfociti in corso di trattamento con Avemar®.

Monitoraggio dello stress ossidativo e dell’intake dietetico di antiossidanti

È auspicabile la valutazione dello stress ossidativi mediante test di semplice esecuzione, a basso costo e soprattutto attendibili, che permettano di identificare i soggetti con alti livelli di stress ossidativi, un monitoraggio efficace e la possibilità di correlare le variazioni dello stato ossidativo con loutcome clinico

Monitoraggio dell’intake dietetico di antiossidanti

Utile la valutazione sia dell’introito dietetico di antiossidanti mediante anamnesi alimentare e Software dedicato, sia della supplementazione extra dietetica.

Ruolo del supporto dietetico

Il supporto dietetico svolge un importante ruolo di controllo sullattività della malattia e sulla patogenesi delle complicanze, tenendo sempre presente la funzione modulatrice degli AO, il cui utilizzo non deve tendere allabolizione dei processi ossidativi, che svolgono un ruolo fisiologico ed indispensabile per lo svolgimento delle normali attività cellulari.

Conclusioni