Estratto dalla conferenza tenuta in Febbraio 2002 presso il pad.5 S. Martino

Nuova proposta contraccettiva e potenziali trattamenti per le problematiche menopausali in pazienti affetti da LES
Dott. Valentino Remorgida
Divisione di Ginecologia dell'Ospedale S. Martino di Genova

In donne affette da LES e sottoposte a terapia cortisonica si possono verificare disordini mestruali: amenorrea o meno-metrorragia, spesso associata a dismenorrea e anemia ipocromica sideropenica, sono anche frequenti cisti ovariche. Tutto ciò comporta un peggioramento del quadro clinico per le implicazioni fisiche e psicologiche che ne derivano. Trattandosi di giovani donne in età fertile un ulteriore problema è quello della contraccezione, particolarmente in pazienti con malattia attiva o in trattamento chemioterapico, per le quali la gravidanza rappresenterebbe un rischio sia per la madre che per il feto.

In questi casi l’uso degli estro-progestinici è assolutamente controindicato e i normali contraccettivi meccanici intra-uterini possono favorire o peggiorare la menometrorragia.

Una revisione della letteratura scientifica ha evidenziato che il levonorgestrel, il solo progestinico contenuto nel dispositivo intra-uterino MIRENA, determina un maggior controllo dei sanguinamenti uterini, inducendo una atrofia endometriale progressiva (reversibile dopo la rimozione) e garantendo anche un’ottima efficacia contraccettiva. Inoltre questo progestinico di seconda generazione non sembra interferire con i meccanismi coagulatori e quindi non aumenta il rischio di trombosi venose; la sua concentrazione plasmatica risulta, inoltre, essere dieci volte più bassa rispetto all’assunzione orale, con un'ulteriore progressiva diminuzione durante l’uso prolungato (più di 6 anni).

Si propone un protocollo sperimentale di studio su 20 pazienti affette da patologia lupica alle quali verrà inserito gratuitamente MIRENA . Tali pazienti saranno seguite dal punto di vista clinico dalla Divisione di Ginecologia ed Ostetricia dell’Università degli Studi di Genova (Prof. N. Ragni), mentre le variazioni dei parametri coagulatori e tromboembolici verranno monitorate presso la Divisione di Ematologia dell'Ospedale S. Martino di Genova  per tutto il primo anno di impiego e a distanza di 5 anni.